Liberi di conoscere: intervista al Gran Maestro Stefano Bisi

di Luigi Filippi

“Liberi di conoscere”: è questo il tema della prossima Gran Loggia che si svolgerà a Rimini dal 6 all’8 aprile prossimi. Ce lo dice il Gran Maestro, Stefano Bisi, che incontriamo al Vascello.

“Noi – dice – vogliamo essere liberi di esplorare nuovi mondi ma vogliamo anche che chi ci guarda da fuori sia libero di conoscerci. Scoprirà così che il Grande Oriente d’Italia è una comunità di uomini che hanno a fondamento i medesimi valori alla base dello Stato italiano”.

Questa idea della trasparenza è il leit motiv che accompagna Bisi nel suo ragionare anche intorno alla giornata della Fierezza massonica che il Goi promuove per il 1° marzo.

“Vogliamo ricordare così l’anniversario della perquisizione di quattordici ore della sede del Vascello e del sequestro degli elenchi di fratelli calabresi e siciliani da parte della commissione Antimafia. Fu un evento davvero traumatico per tutti noi. Pertanto nella ricorrenza di quella data invitiamo i fratelli ad esprimere la fierezza di essere massoni aprendo le nostre Case di tutta Italia a chi sia interessato a conoscere il lavoro dei muratori del terzo millennio. Al Vascello incontreremo i visitatori dal pomeriggio fino a tarda sera e organizzeremo per loro una serie di interventi. Ma questa è solo una delle tantissime iniziative che i fratelli hanno promosso e stanno promuovendo per aprirsi al mondo esterno. E questo impegno sta dando buoni frutti”.

Un esempio?

“Avere ospitato a Casa Nathan la Fondazione Einaudi che era a serio rischio di chiusura e che il GOI ha salvato. Oggi è bello vedere che nella Casa dei liberi muratori italiani funziona una scuola di liberalismo e si tengono eventi che vedono la partecipazione, tra gli altri, di un ex presidente del consiglio, Lamberto Dini, e dell’ex ragioniere generale dello Stato, Andrea Monorchio”.

A proposito: come è il tuo rapporto con la Comunione romana?

“Ottimo! Conosco tanti fratelli, vado a trovarli nelle loro Officine e cerco di essere attento alle loro richieste. Finalmente a Roma c’è una Casa massonica degna. Una Casa dotata di impianto di riscaldamento e di raffreddamento. Non sembri una banalità perché i fratelli di Todi, per esempio, per riscaldarsi devono servirsi di una stufetta a gas ma l’affetto che si respira lì, riscalda i cuori. E ci sono tante altre Case massoniche che sarebbero ben felici di avere le medesime dotazioni di Casa Nathan”.

Hai dedicato un libro alla “Massofobia”, raccontando le vicende del rapporto tra GOI e commissione Antimafia. Perché secondo te c’è ancora un forte pregiudizio antimassonico?

“Perché fa comodo utilizzare il termine massoneria per condire ogni minestra, soprattutto quando non si riesce a dare delle spiegazioni valide a vicende e situazioni varie. Lo dimostra l’attacco sferratoci dall’Antimafia che ha abusato dei propri diritti e per questo è stata da noi denunciata alla magistratura italiana ed europea. Un attacco forte e pesante che dimostra come i poteri di una commissione parlamentare d’inchiesta siano tanto ampi da poter arrivare a rappresentare un pericolo per la normale vita democratica”.

Come ti senti dopo il tuo proscioglimento da parte della magistratura?

“Come mi sentivo prima. Ho sempre conservato la fiducia in me stesso, incoraggiato dalla consapevolezza di avere la fiducia dei fratelli”.

Come ha reagito la Comunione a queste tensioni?

“Molto bene, rimanendo unita e manifestando pieno appoggio a quanto stavo facendo insieme alla Giunta del GOI e a tutti i fratelli. Lo stato della Comunione è molto buono e reattivo anche in Orienti dove la pressione è stata oggettivamente più forte come in Calabria, in Sicilia e specificamente a Castelvetrano dove i fratelli, sotto attacco, sono stati un esempio per tutta la Comunione”.

Andiamo verso le elezioni politiche: ci sono forze non pregiudizialmente ostili verso la Massoneria?

“Ci sono delle forze ostili ma noi non diamo indicazioni di voto. Ogni massone è libero di scegliere come crede. Mi aspetto dal prossimo Parlamento che operi in armonia per il bene dell’Italia, come si aspettano tutti gli italiani”.

Perché sei entrato in Massoneria?

“Alla fine del ’77 il settimanale L’Espresso uscì con una inchiesta con tanti nomi di massoni italiani. Allora avevo vent’anni e avevo letto pochissimo sulla Massoneria ma mi incuriosii perché conoscevo alcuni dei nomi dei senesi che erano riportati nell’articolo e sapevo che erano persone stimate e di rilievo. Di lì a poco entrai in contatto con un massone con il quale cominciai a parlare. Alla fine chiesi di essere ammesso perché ritenevo questa istituzione impegnata nella difesa della laicità. Il mio percorso di avvicinamento si completò il 24 settembre del 1982, quando fui iniziato nella Loggia Montaperti di Siena. Sono entrato quando eravamo in piena crisi P2, ci sono rimasto nel ’93 durante la bufera Cordova. Quei momenti mi hanno temprato e preparato, al pari dei sei anni di esperienza come presidente del Collegio della Toscana. Insomma, non sono un Gran Maestro paracadutato per caso”.

La Massoneria si sta trasformando in una Ong?

“La cosa bella del GOI è che riconduce a sintesi tutte le diverse inclinazioni dei 23 mila fratelli italiani. Entriamo per perseguire un perfezionamento spirituale, interiore ma siamo anche nel mondo. Come diceva Mario Calvino, massone e padre di Italo, la Massoneria tutela il libero pensiero e cerca di fare il bene dell’umanità. Noi non siamo una Ong ma una Comunione che ha delle regole e dei principi chiari, che rappresenta un punto di riferimento e che attraverso regole, principi e rituali si perpetua”.

Che costi ha la solidarietà?

“In occasione del terremoto che ha colpito l’Italia centrale abbiamo raccolto 170 mila euro tra i fratelli. Di questo denaro, 100 mila euro sono stati destinati a 100 borse di studio riservate ai migliori studenti delle scuole superiori delle aree terremotate, e quelli marchigiani riceveranno anche un tablet ciascuno, per intervento del locale Collegio del GOI. Gli altri 70 mila euro sono stati spesi per l’impianto di illuminazione del campo di Norcia, realizzato grazie anche all’impegno straordinario dei fratelli Marco Vignoni, architetto, e Francesco Montagnani, ingegnere, che hanno redatto il progetto tecnico, ottenuto il preventivo più favorevole e seguito i lavori. Inoltre, le aziende che hanno lavorato all’impianto non hanno praticamente avuto margini di guadagno. Abbiamo deciso di fare questo dono ai ragazzi e alla comunità di Norcia, che lo avevano chiesto e che ce ne sono stati molto grati. Mi ha dato tanta forza il ringraziamento ricevuto dalla squadra dei pulcini che, nello stesso giorno in cui la commissione Antimafia ha presentato la relazione conclusiva dei suoi lavori, ci hanno scritto ‘nessun mostro ci potrà disunire perché quando tramonta il sole si accendono le stelle‘. E’un bel messaggio per i liberi muratori che dovrebbero inciderlo nel proprio cuore. I fratelli italiani sono felici di avere regalato un sorriso a questi bambini”.

In conclusione, incoraggeresti oggi ad entrare in Massoneria un profano animato più da interessi esoterici che da spirito caritatevole?

“Certo, lo incoraggerei perché non vedo contraddizione tra perseguire una conoscenza interiore e fare del bene. Anzi, spero di non conoscere mai, se ce ne sono, fratelli che hanno una elevata spiritualità e poi, se incontrano per strada chi ha bisogno di aiuto, gli danno una pedata”.